giovedì 27 giugno 2019
Che l'ignobiltà vada in pagina come accoglienza di sfoghi di lettori si può anche capire. Un esempio ("Giornale" 25/6, p.38): «La Chiesa contro la Chiesa. Papa Bergoglio e i suoi amici comunisti»! Va notato però che, nel caso, il peggio sono le prime cinque parole: roba di redazione! Per caso, stesso giorno ("Nazione", "Carlino", "Giorno" (p.10) un titolo che va a pennello, «La calunnia è un'arma». Che vada di bocca in bocca lo sappiamo, ma nero su bianco, in pagina e senza vergogna, è pura bassezza. E c'è di peggio. Ancora "Giornale" (25/6, p.1 e 22 intera): «Quelle suore pregano troppo. E il Vaticano chiude l'Ordine»! A parte il fatto che chi scrive così, con noto passato professionale cattolico, mostra di non sapere cosa sia un "Ordine" religioso, la realtà dice pura follia calunniosa ripetuta più volte: «Troppa preghiera, e perciò va punita!» La tesi – mistificante – sarebbe che è in corso uno «stravolgimento della vita religiosa» per «fare passare in second'ordine la preghiera e la liturgia rispetto all'utilità sociale». In realtà, così si fa passare «in second'ordine» – e peggio – la professionalità: brutta storia! Altro esempio che pare positivo e gentile, ma che in fondo ha la stessa mania, ancora nella posta dei lettori su "Libero" (25/6, p.23): «La cosa più bella della Chiesa...». Quale sarà? Sarà Gesù Cristo, sarà Maria madre Sua e nostra? Sarà la santità di san Francesco e dei fratelli che sono stati maestri di vita ed esempi di luce a servizio delle nostre oscurità nei secoli? No! La risposta è diversa: «È il suo popolo conservatore»! Di che cosa? Visto sopra: stessa musica, stesso... conservatorio, con scambi esemplari – frequenti, nel genere – anche a favore di cose fossilizzate dalla superbia di scambiarsi per padroni quando per "mestiere" – termine che deriva da "ministero" – noi che scriviamo in pagina dovremmo sentirci "servi": del lettore sempre, e se credenti anche di Dio.
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