domenica 22 settembre 2019
Quanti fronti di guerra, strappano nel mondo giovani padri ai loro bambini appena nati. Ma se quei bimbi potessero parlar loro, cosa direbbero ai papà? Forse canterebbero per loro la canzone che con poesia Valerio Negrini ha scritto per i Pooh nel 2000. Pensava alla guerra in Kosovo, ma in fondo è uguale: si assomigliano tutti, gli sbagli degli uomini. «A terra in un prato, armato e mimetizzato, nella guerra straniera di qualcun altro tieni lontani i buoni dai cattivi… Senti me, sono il tuo bambino, ti telefono col pensiero: son nato che eri partito da poco, forse t'ho visto in qualche telegiornale… Non so ancora parlare e rotolo ancora: torna, così mi insegni tu a camminare… Poi mi devi spiegare come si tiene stretto un gelato mentre si sta sciogliendo… So quanti anni hai, venti più di me! Che cosa è il mare, devi spiegarmelo tu… Devi tornare, fai come i gatti: stai giù! …Come fanno i bambini a ridere ancora, dove la guerra rompe le case e il sole? Un giorno potresti spiegarmelo non come la tv, ma con le tue parole… E quando è sera, pensa ai sapori di qua: nel giardino c'è la tua moto da cross, e tante foto che non ci bastano… Fai il tuo lavoro bene ma stai giù! …Perché tutti parlan di pace, e più ne parlano più la pace non arriva mai? …Questo, e anche di più, devi dirmi tu…»
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