venerdì 2 marzo 2012
Quello del calcio è un mondo a parte. Chi vuole cambiarlo rischia di farlo scomparire. È un mondo dove anche le parole hanno un significato diverso. A me - come a tanti - piace il cinismo pedatorio. Ma escludo d'esser cinico nella vita: se accusato, la butterei in filosofia, Antistene e la sua scuola, e bla-bla, fino a darne un'idea positiva. La Juventus, ad esempio, tocca vertici di potenza quand'è cinica, o peggio: in tempi di splendori bianconeri, anni Settanta, Brera la ribattezzò «Signora Omicidi», sulla traccia di un famoso film con Alec Guinness e Peter Sellers. Nessuno a Torino se n'adontò. E così quando si introduce nel calcio - com'è di moda - il codice etico, bisogna intenderlo come moderatore di costumi eccessivi in uno sport ch'era sport, eppoi s'e' dimenticato da decenni della sua prima norma di vita: la lealtà. Ho spesso scritto che un grande campione come Omar Sivori oggi avrebbe difficoltà a giocare, i media lo condannerebbero a una permanente prova televisiva: la sua bravura sconfinava con la scorrettezza, era furbo, anzi scaltro, cinico e baro come il destino. Fece innamorare di sè milioni di appassionati. Una volta, quando esagerò, John Charles, detto anche il Gigante Buono, gli ammollò un paio di schiaffoni in piena partita, davanti al mondo. Ecco: Charles era il codice etico applicato. Amatissimo. Averne, campioni come lui. Ora capirete perchè aver visto perdere la Nazionale con gli Usa, apprendisti stregoni con anni di ritardo sulla pratica, ha fatto venire in mente subito Mario Balotelli, appiedato dal codice prandelliano. Masochismo, puro masochismo. Vuoi lasciarlo a casa perchè è un “bad boy”? Trovane un altro, non lasciar vuoto il posto, comunque non farlo occupare da imitatori veri o presunti: Balotelli non è Matri, non è Giovinco, Pazzini o Borini. Pozzo disse no a Bernardini, il migliore del suo tempo, in nome di un codice tattico: se ne scusò con l'interessato e senza di lui - fra l'altro raccomandato da Mussolini - vinse un Mondiale. (Storie parallele: Capello si è dimesso perchè la Federcalcio inglese, in nome di un frettoloso codice etico, gli ha degradato capitan Terry. E l'Inghilterra ha perso a Wembley ispirando rimpianti anche fra i critici di Don Fabio, il quale ha lietamente lasciato quella panchina perchè non aveva più nuovi e promettenti pedatori da schierare agli Europei). Fossi in Prandelli, assicuratomi Balotelli che va ch'è uno schianto, mi limiterei ad aspettare una Juve più spensierata, e anche cinica, magari scudettata, per vedermi consegnare i Magnifici Sei in condizioni ideali: Buffon, Barzagli, Chiellini, Pirlo, Marchisio, Matri, mi fan tornare in mente Zoff, Gentile, Cabrini, eccetera, Spagna '82, un'Italia juventina e mondiale. Se questa è l'idea finale - visto che altrove si va avanti (o indietro) a forza di stranieri - la persegua fino in fondo. Con Balotelli. Anche con Cassano. Con un richiamo all'etica primaria: amor patrio. Retorica? Il calcio è anche culla di retorica. Meglio dell'ipocrisia.
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