sabato 21 gennaio 2012
   Castiglioncello sorge su un promontorio immerso nel verde proteso verso il mar Tirreno. Ha una storia antica che inizia dall’epoca etrusca quando era un porto militare, per diventare poi nell’età romana sede di splendide ville. Queste acque trasparenti e la corona dei boschi sono stati ritratti da importanti Macchiaioli dell’Ottocento: Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Raffaello Sernesi e altri che vi soggiornarono a lungo. Il luogo venne poi abbellito nel ’900 dalle ville liberty che ancora oggi danno un tocco di signorilità alle colline e al lungomare dove i piccoli scogli a fior d’acqua rendono caute le barche dei pescatori. In alto domina il castello Pasquini, che apre le sue sale a molte iniziative culturali. «Il Centro » è una delle attività della letteratura, dello spettacolo e della storia dell’arte che oggi danno vivacità e impegno a questa piccola città. Un periodico, che ha aggiunto al nome dell’associazione il titolo di «Democrazia europea», intende essere un centro attorno al quale molti possono fare riferimento. L’editoriale, che esce oggi col numero 100, ha saputo attraversare indenne le età politiche del nostro Paese nella veste di osservatore critico, tenendo sempre alti i principi di onestà e rispetto delle opinioni altrui. Questo gruppo mi invita a parlare di De Gasperi in famiglia. Un aspetto meno conosciuto di quello dell’uomo politico che oggi non ha più avversari, non perché dimenticato, ma di continuo ricordato per i principi di onestà politica, di fede nelle proprie opinioni, di costanza nel portare a termine il lavoro senza perdersi di coraggio per le difficoltà. L’uomo politico non è un essere astratto dietro il quale non esiste una vita personale, di cui rendere conto prima di tutto a se stesso e poi al pubblico che guarda e giudica. Una vita limpida e trasparente è stata la grande forza che ha fatto di De Gasperi qualcosa che non muore mai, che ritorna come una luce che non si spegne, alla quale possiamo ancora chiedere la via più giusta per il nostro difficoltoso camminare. Gli occhi azzurri, così inaspettati nel viso forte, lo sguardo temperato dagli occhiali e quel sorriso a fior di labbra quasi trattenuto per non richiederne assenso a chi lo ascolta si scoprono appena in qualche ritratto. La silenziosa capacità di ascolto era così reale e vera che faceva sentire il richiedente come fosse l’unico interesse del momento. Così era nella vita pubblica e tale in famiglia, davanti alle nostre domande di bambine curiose del mondo e sicure che le sue risposte fossero le uniche giuste. Una paternità calda e forte, un compagno di vita per Francesca dolce e coraggioso, per gli amici un uomo onesto che dava fiducia, per chi lo ha visto governare un uomo dimentico di sè nell’ansia di raggiungere per gli altri un modo di vivere migliore. E nel tormento e nella difficoltà del fare c’è stata sempre fiducia di vivere alla presenza del Signore della terra e dei cieli.
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