martedì 3 settembre 2019
Il Papa chiuso in ascensore: ieri "paginate" certo non gradite dal protagonista anche nello stile di un secco monito scritto da Paolo VI sulle bozze di un libretto che "celebrava" con troppa enfasi una sua visita: «Più Cristo! Meno Papi!» Qui per fortuna su altro: "Domenicale Sole 24Ore" (1/9, p. 1) e "Breviario" di Gianfranco Ravasi sempre prezioso: «Sciocchezze». «Quante si scrivono, quante si pensano…»! Tante, purtroppo in pagina quotidiana...
Ci può essere di peggio? Eccome! Spesso arrivano le "Sconcezze". Sempre domenica, prima pagina falsa fin dal nome con "strillo": «Il Transpremier camaleonte: è una cosa grave, ma non seria». Bersaglio fisso! Incipit: «Il presidente del Consiglio è un vero statista: infatti non fa rutti» (Sic!). Segue serie di insulti, con finezza squisita: «È un gagà istituzionale. Rispetta la Costituzione, infatti non usa la Carta (si noti la "C" maiuscola, ndr) quando va in bagno». A dire il vero ti meravigli della firma, uomo di cultura conosciuto molto diverso. Come spiegare certe "conversioni" all'insulto? Misteri, e non proprio del Rosario, anch'esso utilizzato per sparlare di Papa e Chiesa.
Su "Libero" (21/8, p. 1 e int): «Contro la Lega: Il Vaticano ci ha messo lo zampino». Inizio: «Mai si è discusso tanto sulla Madonna... Alle elezioni europee Salvini si affidò a lei e Bergoglio si affidò al Pd. Stravinse la Lega»... Dopo aver aperto la crisi, in Senato, Salvini avrebbe «sopportato baciando il rosario di Medjugorie» le accuse di Conte. Il tutto con un solo obiettivo, la Chiesa e soprattutto il Papa. Un mistero di rifiuto e di vero odio. Con una consolazione. A proposito di "ascensori" torna in mente Teresa di Lisieux, amata da Francesco. Ha capito che «la proprietà dell'amore è abbassarsi», e nel cammino alla Santità proclama: «Il mio ascensore sono le tue braccia, o Gesù». Altre altezze.
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