martedì 5 maggio 2020

Tutte le domeniche, dal momento del confinamento, celebro la Messa in streaming dalla bellissima cappella del Centre Jean XXIII a Lussemburgo, seminario Maggiore, per tutti i fedeli di lingua italiana che vogliano seguirla. Sono convinto che i pastori debbano assolutamente offrire un segno di vicinanza alla comunità. E forse non solo per i fedeli, ma anche per loro stessi, per evitare di celebrare in solitudine assoluta, come eremiti. Sono quindi felice del legame che si può stabilire anche via internet e come me credo tutti quelli che si prodigano a trasmettere un rito in questo mondo digitale. Però teologicamente, filosoficamente e antropologicamente mi pongo sempre più dei dubbi. Ci sono elementi per cui potrei addirittura considerarmi contrario a ogni forma di Messa in streaming. Sì, perché la Messa non nasce per essere trasmessa online.
Ci sono forme di espressione concepite per essere trasmesse via radio o via cavo, in televisione o in rete. I film, per esempio, sono destinati alle sale cinematografiche, alla tv e, oggi, a ogni altro tipo di schermo. Ci sono altre forme espressive che nascono in condizioni differenti e poi trovano il modo di essere diffuse altrimenti, come un concerto musicale trasmesso in radio o in televisione. Poi ci sono cose, a mio avviso, che né nascono né possono diventare online. Tra queste sicuramente la Messa. Per cui ci vuole fisicità, ci vuole che i corpi siano presenti, proprio materialmente.
È chiaro che una Messa online è una bella occasione per pregare, ma mai e poi mai potrà sostituire quanto la fisicità richiede. Mentre mi dibatto tra questi pensieri, mi è tornato in mente quanto il cardinal Carlo Maria Martini scriveva in una lettera pastorale che ha lasciato in me un segno indelebile, Il lembo del mantello. Ecco, il lembo del mantello sono tutti i mezzi di comunicazione sociali. La grazia può passare attraverso di essi, come dal lembo del mantello che fu mezzo di trasmissione di un’energia di guarigione per l’emorroissa. Per quanto contrari si possa essere alla ritualità sullo schermo, vale la pena di ripensare a quanto sosteneva il cardinal Martini: anche questo mezzo può diventare occasione di grazia, di approfondimento, di aumento della carità. Le nostre Messe online, spesso diffuse con mezzi di sopravvivenza elettronici, non sono davvero un capolavoro di estetica liturgica, eppure possono diventare quel lembo attraverso il quale colui che, seguendo sullo schermo, può intravvedere lo sguardo del Salvatore.

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