giovedì 6 novembre 2014
Qui lupus, ma poi… agnus. 1) Ieri sul “Fatto” (p. 23) Furio Colombo: «Il Papa di giorno in giorno diventa un leader più coraggioso, esplicito e sorprendente». Due colonne tutte in positivo. Eppure di recente lì e su “Micromega” un «pastore» scriveva che oggi nella Chiesa cattolica «non c'è nulla di nuovo»! 2) Pagine intere – 3/11: “Corsera” (19), “Giornale” (20), “Stampa” (1 e 21), e con dubbi (4/11 “Repubblica” (32-33) e qui (3) Roberto Mussapi – sul fascino del «recupero» in superficie dell'area centrale del Colosseo. Ebbene: Teresa di Lisieux raccontando che venne a Roma nel novembre 1887 per dire addirittura a Papa Leone XIII il suo desiderio di diventare carmelitana a soli 15 anni, dedica una pagina della sua “Storia di un'anima” proprio a quell'area centrale allora ancora visibile in superficie. Mi permetto di citare da “T. d. L.: Il fascino della santità” (Ed. Lindau, pp. 279-280): «Una delle più dolci impressioni fu quella che mi fece trasalire alla vista del Colosseo. La vedevo dunque, questa arena dove tanti martiri avevano versato il loro sangue per Gesù; già mi apprestavo a baciare la terra che essi avevano santificato, ma che delusione! Il centro non è che un ammasso di ruderi», e «nessuno cerca di penetrare fino al centro… Dovevo dunque essere venuta a Roma senza scendere nel Colosseo?… Un solo pensiero mi occupava: scendere nell'arena (…). Alla fine, non ho visto gli angeli, ma quello che cercavo, lanciai un grido di gioia e dissi a Celina: “Vieni presto, possiamo passare!” (...) Il mio cuore batteva fortissimo quando le mie labbra si accostarono alla polvere imporporata dal sangue dei primi cristiani (…) Dopo aver preso qualche sasso ritornammo…». Lei prima di morire disse: «Voglio passare il mio cielo a far del bene sulla terra». Che penserà, lei, del progetto?
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