domenica 17 luglio 2016
Nietzsche associava a Zola il piacere di puzzare. In realtà la puzza della povertà è spesso un odore di dignità. Il protagonista di quello che narro è della vita vera e non di un romanzo. C'è una genia di uomini colti, poveri, conoscitori di libri, la cui lettura produrrebbe almeno carriere universitarie. Spesso non hanno l'opportunità di esprimere a fondo i loro saperi ma costituiscono il tessuto identitario e sapienziale di questa civiltà. L'uomo, solitario e gentile, ha un'età fra i 70 e gli 80 ed una caterva di libri, che danno un profumo come un turibolo. Dopo mesi di morosità dell'affitto, viene buttato in strada. I vicini promuovono pratiche di ricorsi ma si sa che la carta non produce mai nulla di buono. Sulla porta d'ingresso del suo ex appartamento, hanno installato un costoso cancello di robusto ferro, perché lui non possa tornare dai suoi libri abbandonati lì. Sono tutti dispiaciuti, naturalmente. Lui se n'è andato, con un giaccone militare ed un paio di jeans. Nel borsello a tracolla non ha granché. In tv lo cercano. Credo gli propongano di tornare, qualcuno lo ospiterà. Se lo considerassero come il richiedente asilo che è, per sé e per i suoi libri perduti, potrebbero stanziare i famosi 35 euro quotidiani. Non è così; dopo averlo elogiato, gli dicono : «Facci avere tue notizie, ciao».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: