sabato 22 settembre 2018
«Il sole, la luna, le stelle, essendo lucenti e destinati a servire a uno scopo, obbediscono volentieri» (Bar 6,59). Quale sia lo scopo di cui parla il profeta a cui gli astri sono destinati ce lo dice il primo racconto di creazione: «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra». (Gen 1,14). Non può sfuggire che nella prima narrazione delle origini del mondo gli astri fanno la loro comparsa solo dopo che sono stati creati i vegetali. Simile collocazione corrisponde a una loro voluta degradazione per togliere da essi qualsiasi bagliore divino. Nell'antico vicino oriente, come tante altre parti della terra, piegato all'adorazione degli astri, gli autori sacri hanno voluto precisare bene natura e scopo dei corpi celesti. A loro tocca segnare le stagioni i mesi gli anni e ciò non solo per computare lo scorrere del tempo o per regolare lo svolgimento dei lavori agricoli. Agli astri tocca di segnalare quando è il momento giusto per le grandi festività religiose. Essi dunque svolgono il ruolo di ministranti nell'organizzazione del culto all'unico vero Dio.
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