mercoledì 19 marzo 2014
Ieri in molte pagine – qui ottimamente nell'editoriale di Antonio M. Mira (p. 1) –- memoria di don Peppino Diana assassinato dalla camorra: effetto di una prossima visione in Tv, Raiuno. Spiace ("Il Tempo", p. 22) la definizione di «prete scomodo»: infatti se un prete non è «scomodo» come don Peppino in realtà non è un vero prete. Sempre ieri nuovo anche il fatto che in pagine multiple non ci sia quasi traccia di eccitazione per scontri dialettici su Papa e Sinodo. Fa eccezione, ma in positivo, nientemeno "L'Unità" (p. 15) a firma Claudio Sardo: «L'analisi: le critiche reazionarie a Papa Francesco». Spiace non poterlo ampiamente citare, ma a parte quel «reazionarie» del titolo, che un po' cede alle mode – almeno per Malpelo –, la sostanza è davvero condivisibile. Un solo esempio di lucidità: «I tradizionalisti provano a contrapporre Ratzinger e Bergoglio. Ma non sanno spiegare le dimissioni di Benedetto e la sua fiducia nella Chiesa». E già: oggi la Chiesa, che è sempre di Gesù Cristo, è anche la Chiesa di Francesco. Lo Spirito Santo non è andato in vacanza, ed è visibile più che mai la somiglianza dello stare in mezzo alla gente tra Gesù Cristo e il Suo Vicario di oggi, Successore di Pietro.
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