venerdì 2 ottobre 2009
In strada ieri all'improvviso una signora distinta, sui 50, si ferma impietrita davanti ad una vetrina di libreria ove svetta per quasi 3 metri una celebre foto di donna completamente nuda. Pubblicità di un libro, ma lei è sbigottita. Ci ripenso con due spunti. Ho appena letto ("L'Espresso", 1/10, p. 17) «Il mondo senza tabù», peana sulla «buona notizia» " proprio così, come «evangelo» " che finalmente oggi senza limiti «le persone possono scegliere liberamente chi amare" in un imponente esperimento della razza umana, una colossale impollinazione incrociata». Che dire? Niente, salvo il secondo spunto. Lunedì su "La 7" Gad Lerner ha ripreso "L'infedele", mettendo a tema proprio «Il corpo delle donne» con ovvio riferimento anche ai noti recenti scandali di Palazzo, ponendo a un certo punto la domanda cruciale: «Per le donne esser considerate prede è davvero un segno di felicità?» Lunga discussione, interessante e piuttosto orientata al «no», in cui forse valeva la pena " non c'è più Baget Bozzo, ma qualche "cattolico" di peso teologico e biblico è ancora in giro " ricordare che Qualcuno disse che «se un uomo guarda una donna con desiderio violento ha già commesso adulterio nel suo cuore» (Mt. 5,28). Nel testo c'è il verbo «epithumèo», che nel lessico ippocratico medico indica il «thumòs», organo dell'ira violenta. Nessun rifiuto di apprezzare e ammirare la bellezza femminile, ma difesa " d'Autore " della donna da chi la considera cosa, oggetto delle sue voglie. Colpa nostra se dilaga l'uso maschilista del corpo delle donne, e annunciare che finalmente «il mondo è senza tabù» è tanta ipocrisia.
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