sabato 17 settembre 2016
Vengo invitata al tavolo di Mario Draghi. Il problema è cosa dire al Presidente della Banca Centrale europea. L'occasione è il premio biennale «Alcide De Gasperi, costruttori d'Europa», andato la prima volta a Helmuth Kohl (2004), poi di seguito a Carlo Azeglio Ciampi, a Simone Veil, a Vaclav Havel, a Felipe Gonzales, a Romano Prodi, e ora appunto a Draghi: uomini e donne che hanno dedicato con passione il tempo della politica all'ideale europeo.Come un chirurgo che conosce bene i difetti e le necessità dal corpo che ha davanti a sé, Draghi non abbandona la forza delle sue convinzioni e nel suo breve discorso ha un accorato richiamo ai governi nazionali affinché ritrovino il primo slancio alla costruzione europea. Oggi di fronte ai molti disaccordi tra i Paesi della nostra Europa, c'è di nuovo la necessità di riprendere l'antico coraggio, la forza, l'immaginazione e la fantasia dei primi che ebbero fiducia nella possibilità di stare assieme: Adenauer, Schuman, De Gasperi. Sappiamo che l'impianto dell'integrazione europea è ancora saldo e i suoi valori fondamentali continuano ad esserne la base, ma Draghi vuole ricordare che è necessario dare una risposta più efficace e forse meno concentrata sulle costruzioni istituzionali, più diretta ai cittadini, ai loro bisogni e timori.È quel tono politico che egli spesso ha voluto mettere in luce nel suo lavoro ed è per questa ragione che il Premio ha questa motivazione, letta ad alta voce da Maria Concetta Mattei: «Draghi è una delle persone che hanno maggiormente e più decisamente contribuito alla tenuta del sistema dell'Unione Europea». Noi lo vediamo in tv quando la nostra sicurezza economica sembra vacillare e la sua apparizione severa ma serena ci viene offerta quale garanzia del futuro.Anche il Presidente emerito Napolitano, che siede allo stesso nostro tavolo, pochi minuti prima ha espresso la medesima fiducia: nessuno più di Draghi sa che le risposte decisive alla crisi europea possono venire solo dalla politica, ma che l'azione della Bce ha rappresentato negli anni d'incertezza il principale elemento di continuità e sicurezza nel quadro europeo.
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