martedì 15 marzo 2016
I tesori mai visti dell'antica Oplontis, finalmente in mostra nelle sale di Palazzo Criscuolo, sede del Comune di Torre Annunziata. Un evento importante: alcuni dei reperti furono mostrati al pubblico per l'unica volta quarant'anni fa. È promosso dalla Soprintendenza, ma la svolta culturale nella città della provincia di Napoli – che per anni è stata raccontata all'Italia e al mondo solo per la camorra – è stata voluta dal sindaco, Giosuè Starita, e dall'assessore alla Cultura, Antonio Irlando. La mostra di palazzo Criscuolo sarà solo la prova generale di un museo permanente che permetterà di far uscire dai depositi, dove sono rimasti per decenni, gran parte dei reperti trovati a Oplontis. Il museo dovrebbe sorgere nell'ex "Real fabbrica d'armi", storico edificio borbonico completamente vuoto a eccezione degli eredi dei custodi che occupano un alloggio. Burocraticamente sembra questo l'ultimo piccolo ostacolo alla creazione di un grande museo archeologico. «Prendere e utilizzare un bene dismesso per metterci dentro beni nascosti per troppo tempo agli occhi del mondo mi sembra naturale», spiega Irlando. Alla mostra di palazzo Criscuolo saranno esposte opere eccezionali. Come la statua dell'Efebo o le "centaure", opere rinvenute nel 1975 nella casa di Poppea e rimaste nei depositi. Poi ci sono "Il puttino con l'oca" e "La venere", viste soltanto in una occasione. Quindi i famosi ori di Oplontis, collane, orecchini, bracciali e anelli trovati sugli scheletri rinvenuti sotto la lava nel 1985. E poi ancora altri pezzi tra cui alcuni affreschi.
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