giovedì 19 giugno 2014
La goccia e la pietra… Ieri ("Repubblica", p. 30: «Se Francesco scavalca la sinistra») Augias contento di Papa Francesco: in lui trova prevalente «il ruolo pastorale» sul «politico» e apprezza il «continuo richiamo al tema tipicamente evangelico degli ultimi». Su "La Stampa" (p. 1) Massimo Gramellini elogia «l'energia» con cui «Corinna Schumacher assiste l'involucro di suo marito» e conclude: questa resistenza non ha «alcun motivo logico, ma (è) una vibrazione formidabile, incondizionata e totalmente folle che lui (si noti: lui! ndr) avverte e riconosce. Credo si chiami Amore» (si noti: con la maiuscola ndr). Bello, salvo quell'«involucro», che tende a svuotare di senso tutto il contenuto. Ecco perché altrove arriva il rovescio: su "Repubblica" (p. 30) e "Unità" (p. 15) appelli perentori all'«eutanasia» di legge non solo per «involucri» in stato terminale, ma per individui vivi e sani. Dritto e rovescio, dunque. Proprio mentre li leggo, Papa Francesco all'Udienza ricorda appassionato che «Dio è amore, Padre che ci ama, ci accarezza e ci fa sentire la sua tenerezza». Di nuovo: «l'Amore» e le carezze, gocce che scavano la pietra. Del resto è promessa: «Vi toglierò il cuore di pietra e lo sostituirò con un cuore di carne…» (Ez. 11, 19).
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