domenica 26 giugno 2016
La Repubblica l'ha messo esplicitamente in relazione: «Da Cristo a Christo» con un'aggiunta che ha rovinato persino la sua – chiamiamola così – trovata: «Dagli dèi all'arte». In realtà quasi tutti i quotidiani hanno giocato, con fin troppa facilità e leggerezza e con un dispendio abbondante della parola «miracolo», sull'immagine evangelica del Salvatore che cammina sulle acque del Mare di Galilea (è un lago, come quello d'Iseo). Il Giornale è stato quello che più degli altri giornali ha giocato senza risparmio sul facile uso di frasi, di citazioni e di descrizioni: dal titolo del romanzo autobiografico di Carlo Levi («… si è fermato a Eboli»); ha fatto notare che la gente chiama l'artista «Maestro, proprio come facevano gli apostoli con Gesù»; ha riassunto il tutto con un «miracolo, da tutto il mondo per la tentazione di Christo», ha definito i suoi “piers” (moli) galleggianti «un ponte sull'eternità» e ha commentato: «Se Christo si è fermato sul lago d'Iseo è una fortuna per tutti». E ha concluso: «L'opera totale di Christo è mistica (e divertente)». Il Fatto ha titolato: «La passione di Christo a Iseo». Tutti i giornali hanno usato ripetutamente la parola chiave: «Miracolo». Ci sarebbero, dunque, molte cose da dire: sia, secondo i gusti, sull'"arte" dello strano artista in questione, che (giudizio personale) ama soprattutto coprire le cose belle, in questo caso rovinando lo spettacolo del Lago d'Iseo con zig-zag fortemente gialli, che imitano la grafica dei navigatori per auto; sia su questo modo di trattare nomi, storie, opere e testi cari del Vangelo, venerati da più di un miliardo di credenti. Fermiamoci qui: sicuramente questi giochi di parole non testimoniano l'asserita laicità di certi giornali e di certi giornalisti.«PÈSO EL TACÓN»Ha fatto rumore la Cassazione legittimando la stepchild adoption, anche se nessuna legge l'ammette e se il Parlamento non ha voluto riconoscerla. «Se è nell'interesse del minore», è la giustificazione della sentenza creativa: un'altra leva con cui tentare di scardinare la famiglia. I bambini non hanno colpa se nascono da uteri in affitto e il loro interesse è di avere una mamma e un papà, non una coppia di maschi o di femmine. I giornali "laici" di giovedì 23 (Corriere, Repubblica, Giornale…) sostengono che la Corte avrebbe sanato una situazione negativa per i figli, in realtà invece di eliminare i problemi (tra gli altri: un'educazione all'omosessualità) li aggravano perché indurranno altre coppie a commissionare figli alle fattrici. Ciò che va eliminato è questo ignobile commercio che offende gli innocenti nati con tali problemi. Su Repubblica l'ex presidente del Tribunale dei minori di Roma voleva che «il riconoscimento [dell'adozione] fosse automatico». Nel Veneto si dice «pèso el tacón del buso» (peggio la toppa del buco).
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