mercoledì 13 maggio 2020
Ricordo una vignetta, pubblicata ormai una ventina d'anni fa da un settimanale, che ritraeva un uomo e una donna nudi, visti da dietro, che camminavano tenendosi per mano su una spiaggia. L'acqua del mare accarezzava i loro piedi che affondavano lievi nella sabbia, in un panorama idillico, chiaramente ispirato a quello di un Paradiso terrestre versione balneare. La sottostante vignetta riprendeva una breve affermazione di uno dei due: «Non vedo l'ora di conoscerti on line». L'effetto è esilarante e al contempo apocalittico. Il "vero" è ormai quello che si diffonde attraverso il suo duplicato elettronico o, meglio, più si adatta ai nostri tempi come essenza di un essere comunità che oltrepassa e ignora le potenzialità o i limiti dello specifico umano e della sua, diremmo in termodinamica, "resistenza" che, pure ne è essenza. Penso allora al miracolo minimo e immenso della nascita di un figlio, e di come nella contemporaneità il fisico "trascenda" la nuova propensione al tecnologico, al suo potere (Heidegger). Abbiamo superato la caverna di platonica memoria. L'abbiamo superata nel senso che ciò che vediamo proiettato all'interno è diventata realtà autonoma. Fuori, ci siamo noi, con le nostre vite, e c'è la Natura, percepite ormai in quanto "diminuzione" della Rete che tutti ci lega nell'ontologia dell'algoritmo.
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