martedì 11 gennaio 2022
Bisogna dare atto ai quotidiani italiani di un encomiabile sforzo di comprendere le complesse ragioni e le sbalorditive irragionevolezze, con sfumature varie, dell'arcipelago no-vax. Inevitabile che i tentativi portino a esiti discordi. Ad esempio, solo nella giornata di ieri (10/1), sul "Corriere" Maurizio Ferrera si domanda: «Esiste davvero una riconoscibile "cultura" no vax, basata su credenze e valori condivisi»? E si risponde: «Così non sembra». C'è chi ha semplicemente «paura, diffidenza, mancanza di informazione». Altri «si lasciano sedurre da teorie cospirative». In altri ancora vi è «insofferenza nei confronti di obblighi e divieti». Poi «lo scetticismo verso la scienza». Che cosa può unirli? Eppure i movimenti populisti ci provano: «Se il rischio principale – conclude Ferrera – è oggi l'innesco di una nuova e turbolenta stagione populista, la priorità dovrebbe essere quella di dialogare soprattutto con gli incerti, i timorosi, i disinformati».
Più drastica è Fiamma Nirenstein sul "Giornale" (titolo: «L'internazionale del complotto»). «I movimenti No Vax – esordisce – contengono un elemento esplosivo di portata internazionale». Difficile definire il no-vax: «Varia dall'arrabbiatissimo selvaggio, al vicino di casa civile e pratico (...), c'è anche il vicino artistico e colto, anticonformista di stirpe sessantottina (...). Non tutti sono pazzi: la mancanza di buon senso è più comune, ma si trasforma presto in rabbia. L'internazionale No Vax è robusta, pronta a diventare un movimento "intersezionale", a unirsi agli "oppressi" (...). Non è necessariamente di destra né di sinistra (...). Proprio a causa della mostrificazione dell'avversario, hanno un potenziale di violenza sconfinato». Orizzonti procellosi.
Intanto "Libero" rende noti i risultati di un sondaggio di AnalisiPolitica. Titolo: «Il 77% degli italiani stufo dei No vax». (Urge che i quotidiani si mettano d'accordo: no-vax, No Vax, No vax, no vax... vogliamo scriverlo tutti nello stesso modo?).
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