mercoledì 26 novembre 2014
È durata venti giorni la campagna «Leroy Merlin: un campo rom è un ghetto. Non costruirlo!». Era stata lanciata lo scorso 4 novembre per chiedere alla multinazionale francese «di non farsi coinvolgere dal Comune di Roma nella costruzione dell'ennesimo ghetto per soli rom». L'iniziativa dell'Associazione 21 luglio ha raggiunto lo scopo. «Non abbiamo mai avuto dubbi circa la buona fede e i valori incentrati sulla persona che caratterizzano l'azienda Leroy Merlin. Ma avevamo bisogno di mettere in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione – spiegano dall'Associazione 21 luglio – compresa una campagna di pressione pubblica, per convincere la multinazionale ad ascoltare la nostra voce e quella delle centinaia di persone che hanno aderito». I campi rom «sono un'anomalia tutta italiana – spiega l'associazione –, sono luoghi di segregazione su base etnica, che rendono impossibile l'inclusione sociale, e vanno superati, non costruiti ex novo». Ora si attende una risposta ufficiale dal Comune di Roma.La proposta di costruzione di un campo in muratura era nata attorno all'intenzione della società francese di edificare un nuovo punto vendita nella zona, ma che dopo le protese delle associazioni si è arenata. All'associazione 21 luglio la multinazionale ha ora confermato «la propria disponibilità a realizzare opere di pubblica utilità, nell'ambito di tale progetto, finalizzate, tra l'altro, a cercare soluzioni costruttive e alternative alla situazione attuale», nel rispetto di tutte le norme «e degli standard internazionali sui diritti umani».
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