mercoledì 6 maggio 2015
«La gita senza di te non sarebbe stata bella, sei il nostro migliore amico». Ha sorriso Gabriele Pio leggendo la risposta d'un compagno di scuola al messaggino inviato col cellulare dei genitori con cui si scusava per avere mandato a monte il viaggio di tutti. Perché l'autobus che doveva portarli a Lecce non aveva la pedana necessaria a farlo salire con la carrozzina da cui non si può separare per una disabilità. Storia agrodolce, scritta da tredici ragazzini della quinta elementare di Trenta, piccolo centro alle porte di Cosenza, che hanno dato una lezione di vita mostrando d'avere la testa sulle spalle e un cuore grande così. Non era nemmeno l'alba ed erano quasi tutti a bordo, emozionati e allegri, per la prima gita, da ricordare per sempre. I sorrisi si sono spenti e i volti rabbuiati quando si sono accorti che Gabriele Pio era rimasto a terra, deluso e incredulo. Non poteva salire. Nel momento in cui hanno capito che il problema era senza soluzione, i bambini non hanno avuto dubbi: tutti giù. Hanno recuperato zaini e giubbotti, scendendo dal bus e mettendosi al fianco dell'amichetto. «O partiamo tutti o non parte nessuno». Presto ai tredici si sono aggiunti gli altri alunni. Gabriele Pio e i suoi genitori, anche un po' imbarazzati, hanno provato a convincerli a partire lo stesso ma i piccoli non hanno desistito confermando d'essere grandi per davvero. E quando è emerso che non sarebbe stato possibile recuperare nessun torpedone adeguato, perché in tutta la provincia non ce n'erano prontamente disponibili, sono tornati a casa. Delusi dalla mancata gita, ma convinti di avere preso la decisione giusta.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI