Nel Pubblico impiego vietato restare in servizio oltre la pensione
martedì 4 novembre 2014
Pubblico impiego sempre più alle strette. Con la nuova legge di stabilità per il 2015 si preannuncia un ulteriore blocco agli stipendi in corso. Fermi i rinnovi contrattuali (compresa l'indennità di vacanza), il blocco si rifletterà anche sulle pensioni, vicine o ancora lontane, dei pubblici dipendenti. La stretta complessiva sul settore investe ora anche alcune opportunità di antica data. È stata infatti cancellata, a partire dal primo novembre, la facoltà riconosciuta a tutti i pubblici dipendenti di poter restare in servizio ancora per due anni oltre i limiti di età e contributi per la pensione di vecchiaia, sempre con il parere favorevole della propria amministrazione.Si tratta di un'opportunità che per anni è stata utilizzata, generalmente da dipendenti uomini, per rosicchiare nell'arco dei due anni un aumento di stipendio o un avanzamento di carriera. In ogni caso con buoni vantaggi sul calcolo della pensione, e ancora di più sull'importo della buonuscita, grazie alla maggiore anzianità di servizio.Due fattori concomitanti - la necessità di ridurre la spesa pubblica e l'invecchiamento dei dipendenti della pubblica amministrazione - hanno indotto il governo ad abolire i trattenimenti, del resto divenuti meno appetibili in seguito alla riforma Fornero. Con la riforma, infatti, il prolungamento del servizio si estende fino all'età di 68 anni, oppure di 67 se il diritto alla pensione era stato già maturato entro il 2011. Inoltre l'assegno di vecchiaia è aggravato da una maggiore quota di calcolo «contributivo».La legge 114 dello scorso agosto sulla «Riforma della P.A.» ha stabilito che i trattenimenti ancora in corso alla data del 25 giugno cessassero definitivamente il 31 ottobre 2014. Inoltre sono automaticamente revocati i trattenimenti in servizio già disposti a questa data ma non ancora operativi. I dipendenti interessati sono quindi posti in quiescenza d'ufficio, con decorrenza da questo primo novembre.Eccezioni. Il drastico stop della legge si è tuttavia ammorbidito nei confronti dei magistrati. Per non compromettere la funzionalità degli uffici giudiziari (Tribunali, Tar, Corte dei conti, Corti militari ecc.) la legge ha prolungato i trattenimenti dei giudici a non oltre il 31 dicembre 2015 oppure fino alla scadenza naturale se in data anteriore.Accademie. Il settore della scuola ha dovuto chiudere i trattenimenti in servizio già il 31 agosto scorso, al fine di assicurare la continuità degli inse-gnamenti nel corso di questo anno scolastico. Tuttavia nelle accademie e nei conservatori risultano ancora concessi, a partire dal primo novembre, 36 trattenimenti di docenti e 12 di assistenti.
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