domenica 14 ottobre 2018
Mentre siamo quasi a metà del cammino sinodale, mi fermo a guardare indietro. Sono passati dieci giorni, e se da una parte mi sembra che abbiamo iniziato ieri, dall'altra pare tantissimo che stiamo lavorando insieme, per l'intensità di quello che si sta vivendo. Si lavora con un grande senso di responsabilità e con la serenità che deriva dalla passione e dalla franchezza con cui si dialoga. Se chiudo gli occhi vedo i tanti sorrisi che incontro durante la giornata. Ma l'esperienza più bella che sto facendo in questo Sinodo è contemplare l'opera dello Spirito Santo e vedere come alcune istanze prendono forma. Una parola risuona in una o più persone, il silenzio la fa depositare, seguono una o più risonanze, anche a distanza di tempo, condite da esperienze o da provocazioni. Un cammino che sembra bloccarsi in assemblea ritorna vivo nei gruppi, o viceversa. Papa Francesco ci ha raccomandato di ascoltare di più proprio quello che sentiamo meno vicino alla nostra sensibilità, e forse proprio questo ascolto senza pregiudizi crea spazio, e fa germogliare semi di novità.
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