Nei «Vingt Regards» di Messiaen la speranza oltre gli orrori della storia
domenica 16 dicembre 2012
Parigi, marzo 1944. Quando Olivier Messiaen (1908-1992) inizia a scrivere i Vingt Regards sur l'Enfant-Jésus, nella capitale francese scarseggiano cibo, carburante, energia elettrica e la popolazione è messa a dura prova dall'occupazione nazista; al compositore non rimane nient'altro da fare che piegarsi sulla culla del Bambino Gesù per incrociare idealmente gli occhi del Salvatore e ritrovare quella promessa di pace e serenità che sembra essere scomparsa dal mondo che lo circonda. Varsavia, settembre 1979. Il pianista e compositore polacco Eugeniusz Knapik, che in gioventù è rimasto folgorato dall'ascolto del capolavoro di Messiaen, entra in sala d'incisione e per quattro giorni si isola da tutto e da tutti, anche dagli orrori del regime comunista, per registrare i Vingt Regards e affidare a quelle note cariche di mistero la fiducia in un futuro migliore; proprio a causa dei drammatici eventi che tormentano la Polonia di quegli anni, i nastri rimangono abbandonati e dimenticati negli archivi della Radio Polacca fino ad oggi, quando ritornano alla luce e vengono pubblicati in due cd dall'etichetta Dux (distribuita in Italia da New Communication).Questo è il sottile fil rouge che lega tra loro la creazione e l'interpretazione di una delle più imponenti partiture della storia della letteratura pianistica del Novecento, grandiosa nella concezione e profonda nell'ispirazione; i venti brani che compongono l'opera rappresentano infatti le riflessioni musicali sull'umana divinità di Gesù attraverso cui autore ed esecutore cercano di immedesimarsi negli sguardi del Padre, della Vergine, della Volta Celeste e degli Angeli, della Chiesa d'Amore e del Silenzio, dei Profeti, dei Pastori, dei Re Magi e perfino della Croce, estrema testimone della vita terrena di Cristo.Nel tentativo mistico e trascendentale di esprimere l'"inesprimibile", tra i baluginii sonori, le atmosfere rarefatte e i tempi lenti di queste poetiche armonie risiede la summa assoluta in cui gli elementi del pensiero musicale, estetico, filosofico e religioso di Messiaen arrivano a coincidere in maniera perfetta, ponendosi al di fuori di qualsiasi dimensione spazio-temporale e rinnovando per questo il loro quantomai attuale messaggio di pace e di speranza.
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