sabato 20 novembre 2010
Nebbie. «Per i clericali la bussola segna sempre non possumus» ("Europa", 11/11, p. 7): così l'inconsolabile Federico Orlando che in 140 anni, fin dal 1870, vede solo «l'oltretevere chiuso, in veloce ritorno al più profondo medioevo». Per lui i cattolici tutti esprimono sempre e solo «pensieri persiani», anche «centocinquanta anni dopo l'unità d'Italia». Non svegliatelo, per carità! Se apre gli occhi potrebbe farsi male. Nebbia anche, stessa "Europa" (p. 11), ove Massimo Faggioli legge un libro di Massimo Franco e trova che la nota essenziale del «pensiero ratzingeriano (è) sulla decadenza storica del cattolicesimo», pur concedendo però " bontà sua! " che esso non è un pensiero «apocalittico», quello che «desidera la fine che predice». Insomma: il Papa è malinconicamente pessimista perché solo questa è la realtà dei fatti. Però fin dal titolo, "Il declino degli Imperi paralleli", risulta che ottica di fondo del ragionamento è una visione che unifica Stati Uniti e Chiesa cattolica: 250 e 2.000 anni di storia! Originale, ma confuso, e purtroppo contagioso. Perciò l'altro ieri " "La Stampa", p. 4: "Tramonto di un certo Vaticano" " anche Luigi La Spina si appassiona all'idea del declino parallelo della Chiesa cattolica e di Obama, cui aggiunge «un accostamento audace» tra «le riforme che sta tentando Benedetto XVI e il disperato sussulto di rinnovamento» di Gorbaciov «al crepuscolo dell'Urss». Calma! Qui contro, per la storia, 2.000 anni e 70, e soprattutto la beata certezza che, in tempi forse più duri di questi, Giovanni XXIII espresse felice aprendo il Concilio: Tantum aurora est! (È solo l'alba). Anche questo, anche oggi, è «pensiero ratzingeriano»!
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