Il buon maestro e l'allievo uccisi per la loro fede
martedì 28 luglio 2020
I buoni maestri sanno testimoniare con la vita ciò in cui credono e ciò che insegnano: è questo lo stile dei veri cristiani, degli apostoli del Risorto. E la storia di san Nazario e Celso ci dimostra che un buon maestro sa indicare la via della speranza anche davanti alla sofferenza e alla morte. Nazario era cittadino romano e la tradizione lo vuole discepolo di san Pietro, fuggito dalla città a causa delle persecuzioni. Oltralpe incontrò un ragazzino di 9 anni, Celso, per il quale divenne maestro e guida. Insieme portarono il Vangelo a Treviri, dove vennero arrestati e poi mandati a Roma da Nerone: l’imperatore tentò di farli abiurare ma senza successo. Fuggiti miracolosamente al tentativo di gettarli in mare arrivarono e Genova e poi a Milano: qui Nazario portò conforto in carcere a Gervasio e Protasio. Un gesto che costò il martirio e lui e a Celso. Altri santi. San Vittore I, papa dal 189 al 199 e martire; sant’Acacio di Mileto, martire (321). Letture. Ger 14,17–22; Sal 78; Mt 13,36–43. Ambrosiano. 1Sam 10,17–26; Sal 32 (33); Lc 10,13–16.
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