sabato 29 aprile 2017
Quando ho scritto a Fabrizio Brogi per ringraziarlo della disponibilità a raccontarsi in questa rubrica, ho usato l'aggettivo "illuminato", lo stesso che spesso accompagna la figura di un imprenditore vicino a modelli di impresa tipici della "Business Ethics". Mi ha risposto dicendomi che più che un imprenditore illuminato si considera un uomo "divertito", che prova ogni giorno a costruire quell'impresa diversa che fin da subito aveva in mente di realizzare.
Fabrizio è fondatore e presidente di Nau, realtà imprenditoriale tra le più innovative oggi in Italia nel mondo dell'occhialeria: un settore con una lunga tradizione ma nel quale Nau, con più di 600 dipendenti diretti e indiretti e 116 negozi, si è ritagliata in poco tempo un ruolo da protagonista, suggellato da un incremento del fatturato che da anni supera le due cifre. «Ricordo – racconta Fabrizio – che quando 12 anni fa ho lasciato l'azienda in cui lavoravo come dirigente per fondare Nau, ho regalato 400 rose rosse alle mie colleghe e brindato con tutti perché sapevo bene quanto fosse difficile la mia scelta, ma anche che avrei fatto di tutto per divertirmi. Volevo costruire un'impresa diversa, più a misura d'uomo, alla mia misura. Nel nostro mondo la produzione è arrivata a dei livelli sofisticatissimi, ma la creatività e l'artigianalità dell'uomo sono ancora oggi gli elementi che fanno la differenza». Da dove sei partito, gli chiedo, per concretizzare la tua idea d'impresa in un mercato così competitivo? «Molte scelte sono state quasi istintive e fanno parte della storia personale mia e di mia moglie. Penso ad esempio a quando abbiamo deciso di aprire la nuova sede a Castiglione Olona, dove a fine '800 è nato il primo distretto dell'occhialeria in Italia, ristrutturando alcuni edifici storici ma cercando di creare allo stesso tempo degli spazi alternativi, belli e funzionali al benessere lavorativo delle persone: una palestra interna, delle aree ricreative, un centro di formazione stabile. Poi la scelta di non avere una direzione "risorse umane" ma un ufficio "Persone", in grado veramente di costruire progetti dedicati alla crescita di chiunque lavori da noi».
Fabrizio mi racconta della sua azienda mentre visitiamo la nuova sede, così anch'io posso "vedere" il suo racconto e "sentire" l'energia positiva di chi sta dando vita a una fucina di creatività. «All'origine di questo nostro modo di fare impresa c'è soprattutto il valore della sostenibilità che per noi non è solo ambientale ma riguarda ogni ambito del nostro lavoro, purché contribuisca a lasciare un mondo migliore di come lo abbiamo trovato. Così abbiamo investito su più fronti: quello ambientale in primis, chiaramente, rivoluzionando i sistemi produttivi per evitare alcuni sprechi della lavorazione; quello di mercato, perché questi miglioramenti ci hanno consentito di realizzare delle economie di scala grazie alle quali abbiamo migliorato il rapporto qualità/prezzo e l'offerta per i nostri clienti; quello sociale, attraverso un accordo con l'Associazione degli Ottici Italiani per incentivare la cultura della prevenzione e del controllo della vista, con promozioni mirate e la creazione di borse di studio per giovani ricercatori. Da ultimo, provando a "rendere" sostenibile il presente e il futuro delle nostre persone attraverso la formazione continua e un ambiente di lavoro sano che privilegi la responsabilità». Mi rendo conto che ho preso un'infinità di appunti e che, anche questa volta, sarà difficile racchiuderli in un articolo ma d'altra parte l'impresa è proprio questa realtà vitale che, in barba agli economisti classici, va ben oltre i confini dell'economia stessa.
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