giovedì 28 maggio 2009
Domenica di Pentecoste
Anno B

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

La Bibbia è un libro pieno di strade e di vento, come Pentecoste: vento impetuoso e respiro leggero, strade che convergono e ripartono. «Gesù venne a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro» e con un gesto inusuale mai registrato prima «alitò» su di loro. Soffiò il suo respiro su ciascuno e su tutti: «Ricevete lo Spirito Santo». Lo Spirito è il respiro di Dio, è ciò che fa vivere Dio. Ricevetelo, come all'origine lo ha ricevuto Adamo, alito di vita nelle sue narici, e divenne un essere vivente. Nella Bibbia la parola più legata a Spirito Santo è "nascita", con tutto il suo corteo di manifestazioni: creazione, vita, trasformazione. Lo Spirito presiede alle nascite, il suo lavoro è la vita. Nicodemo a Gesù: «Come è possibile rinascere?». Gesù risponde con una delle parole più alte per la nostra vita spirituale: «Chiunque è nato dallo Spirito è Spirito». Adamo che nasce dal soffio di Dio è soffio di Dio, io " pur con tutte le mie inconsistenze " sono respiro di Dio.
E questo è così vero che in san Paolo non si riesce quasi mai a capire fino a che punto la parola spirito si riferisca alla terza Persona della Trinità, o al modo di vivere di Cristo, o a quello dell'uomo che intreccia il suo respiro con quello di Dio. Non di confusione si tratta, ma di comunione!
L'umanità dell'uomo, la sua diversità radicale rispetto a tutte le altre creature, ciò che fa sì che noi non siamo il primate evoluto che eravamo, non si spiega a partire dalla nostra appartenenza al mondo animale, ma soltanto a partire dal mondo di Dio. L'uomo è uomo per il respiro di Dio in lui. Io non sono un semplice affinamento della catena animale ma diversità che viene dalla divinità. Essere umani ed essere respiro di Dio è la stessa cosa. L'umanità dell'uomo è la divinità in lui. Lo specifico dell'umano è il divino in noi.
«Come il Padre ha mandato me, così io mando voi». A compiere l'identica missione: di un Figlio venuto perché tutti gli uomini si scoprano figli e vivano da fratelli; di un crocifisso amore che toglie il peccato del mondo: «Vi do il potere di togliere i peccati».
Gesù conferisce all'uomo spirituale un potere anteriore a tutti i riti della penitenza, più profondo di tutte le formule di assoluzione. Se vivi il progetto di Cristo anche tu togli il male, purifichi, liberi, fai avanzare; anche tu strada e vento, come lo Spirito, per le vele del mondo.
(Letture: Atti 2,1-11; Salmo 103; Galati 5,16-25; Giovanni 15,26-27; 16,12-15.)
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