giovedì 25 aprile 2019
Stranezze? Normali in pagina. Non però se, col titolo «Il filo tra Evita, Fidel e Bergoglio» sul “Mattino” (15/4, p. 11) leggi in anticipo una Lectio del professor Loris Zanatta al Festival di Napoli prevista per sabato 27 aprile, che annuncia la scoperta di «Un filo rosso» unico (che) attraversa la storia latino americana degli ultimi 6 secoli e passa per «le riduzioni del Paraguay, l'espulsione borbonica, le spade del liberalismo... risorge col populismo» e infine... «approda a Roma, al soglio pontificio». È il filo “gesuita” col «sogno del regno di Dio» che «impregna l'universo morale e materiale dell'America Latina». Conseguenza esplicita: è l'aspirazione ad un «nuovo ordine cristiano unanime, gerarchico, corporativo» con modelli citati espressamente: «Franchismo, fascismo, salazarismo, organicismi cattolici di paesi cattolici». Che dire? Libertà di lectio, ma il salto disinvolto all'indietro, dall'attuale «soglio pontificio» al peronismo promosso da «Hernan Benitez», altro «gesuita, ventriloquo di Eva Peron», e poi al «socialismo, il sistema più prossimo al Vangelo» con «modello Cuba anni 70», del quale sarebbe stato entusiasta anche «Padre Arrupe, generale gesuita» – pare un titolo militare, ma è religioso, ndr – e quindi è un «socialismo bigotto, pauperista, confessionale, unanimista, gerarchico, corporativo» che in realtà «fece di Cuba una riduzione gesuita». Filo unico! Seguono altre brillanti colleganze, ed è – ripeto – libertà, ovviamente, ma tu leggi e ti viene una domanda: cosa avrà considerato l'Autore, in vista della lectio a Napoli, delle cose scritte da papa Francesco? La Evangelii gaudium, e l'Amoris laetitia, e la Vultum Dei quaerere, e la Christus vivit, e la Veritatis gaudium? E siccome – sorpresa? – Francesco parla anche, cosa avrà ascoltato? Dal testo della lectio non si capisce. Ma sicuramente sabato Zanatta ce lo dirà: papale papale.
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