sabato 10 ottobre 2015
Najwa ha 25 anni, è tunisina e con la sua bimba di un quasi un anno ha trovato una famiglia nei "Gruppi appartamento" della Caritas diocesana di Catania. Nell'isola è arrivata dal mare, avendo in mano solo un «pezzo di carta provvisorio» e una figlia in arrivo. Dopo lo sbarco nella città etnea si è dovuta allontanare dal marito, costretto per lavoro a lasciare la Sicilia per andare a Genova. Senza il centro di accoglienza della Caritas, Najwa sarebbe finita per strada. È stata seguita dall'assistente sociale Valentina Calì e la sua piccola dai pediatri che collaborano con la Caritas. Concluso l'iter burocratico per ottenere il passaporto, è stata facilitata nel ricongiungimento familiare avvenuto nelle settimane scorse. Il Centro di ascolto, lavorando in rete con i servizi sociali di Genova, ha anche ottenuto un posto in un nido per la figlia cosi da permettere a Najwa di iniziare lavorare e tornare a vivere con il marito.«Ringrazio la Caritas di Catania – ha detto la donna – per avermi fatto sentire in famiglia».L'accoglienza di questa giovane mamma è stata possibile grazie al "Progetto Policlinico" realizzato con i fondi dell'8xMille e la disponibilità dell'Azienda ospedaliera Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania che ha concesso in comodato gratuito due appartamenti per ragazze madri e donne in condizioni di disagio con figli a carico. Le persone assistite sono aiutate a ricostruire la propria vita. «Soprattutto – spiega Valentina Calì – le aiutiamo nel recuperare la forza interiore indispensabile per rendersi autonome». Nell'ultimo anno sono state accolte 14 donne con 16 minori.
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