sabato 11 settembre 2004
Quando gli uomini diventano folla,/ vi è un rullìo di tamburi:/ quando la folla ridiventa uomini, torna la musica./ Quando le anime diventano Chiesa,/ i tamburi scandiscono la ricerca:/ quando la Chiesa ridiventa anime,/ suona una dolce musica./ Quando lo Stato è padrone,/ i tamburi scandiscono il disastro:/ quando è padrone l'uomo, potente è la musica" Sono alcuni versi dello scrittore americano Archibald MacLeish (1892-1982), che fu anche uomo politico. La sua proposta è quella di superare la forzosa ed estrinseca conglomerazione di persone in masse sociali, religiose e politiche, al suono dei tamburi che scandiscono marce obbligate, e di ritrovare la vera unione tra persone libere. E' una realtà sperimentabile quasi visivamente e in modo negativo nelle dittature, ove imperano i tamburi, le parole d'ordine, le marce. Ma è anche verificabile nel nostro adeguarci, spesso inconsapevolmente, ai luoghi comuni, alle mode, al tam-tam della pubblicità e della propaganda. La vera armonia, la musica sboccia quando in
tutti gli ambiti ci si ritrova insieme coerentemente e liberamente, cercando di ritrovare valori comuni e fraternità, senza però perdere la propria identità. Questo è possibile solo col rispetto reciproco e con la generosità. La poesia di MacLeish finiva con questi versi: «Quando ognuno è se stesso/ e quando ognuno è intero,/ nel corpo e nell'anima,/
nasce allora la musica». Sorge dalla dignità di ciascuno la vera comunità. Lo splendore di un mosaico è nel combaciare dei vari e differenti tasselli di colore, non in una grigia uniformità.
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