martedì 16 novembre 2010
"Mummie": intatte da 63 anni, sventolano l'art. 33 della Costituzione che dichiara, sì, per lo Stato «non obbligatori» ma insieme " chiarito fin da allora con l'emendamento Corbino del 21/4/1947 " non vieta ogni contributo statale alle Scuole un tempo dette con qualche sospetto ideologico «private» o sbrigativamente «cattoliche», e che oggi dall'anno 2000 " Governo Prodi e legge del Parlamento democratico a firma del ministro Luigi Berlinguer " sono «parte del sistema pubblico» e si chiamano «paritarie». Ieri in pagina "apriti cielo" perché l'attuale Governo ha evitato per esse un mortale taglio da 245 milioni su 530 totali (alle statali vanno comunque più di 42 miliardi). A parte le ironie insultanti de "L'Unità" (p. 48: «Il miracolo delle private»), sul "Corsera" (p. 34) Marco Ventura, sempre ostile a ciò che sa di Chiesa e cattolici anche quando pare non capire ciò di cui parla, scrive che questo stanziamento «umilia, offende» e «ingabbia le scuole paritarie». Che dire? Giusto chiamarle «paritarie» " e andrebbe aggiunto «pubbliche» " ma ci si chiede perché mai chi scrive che il loro «sforzo va premiato riconoscendo diritti e competenza», pensa poi che quel «contributo» le umilierebbe e offenderebbe e perciò andrebbe oggi negato. Bel riconoscimento! E perché mai, infine, quel sospetto di «ingabbiamento in consunte contrapposizioni»? Anche tra i cattolici c'è chi non si fa «ingabbiare», se inteso come «comprare», e una «consunta contrapposizione» appare proprio quella di Ventura che " così fan tutti! " dimentica sempre il «contributo» offerto allo Stato: circa 6 miliardi e 200 milioni che esso risparmia ogni anno per l'esistenza delle "paritarie"! Togliamo pure questi 245 milioni restituiti. Sempre più di 6 miliardi di euro: non consunti, e molto utili"
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI