Morire pur di non ferire come forma di santità
domenica 24 luglio 2016
Morire pur di non levare la mano contro il proprio fratello: è questa la storia dei santi Boris e Gleb, uccisi entrambi a pochi giorni di distanza nel 1015 in Russia. Erano figli di Vladimiro, granduca di Kiev, che alla morte, il 15 luglio 1015 lasciò il suo regno suddiviso tra i dodici figli. Ma uno dei fratelli, Sviatopolk, si oppose al volere del padre e architettò l'uccisione degli altri eredi. Il 24 luglio fu la volta di Boris, colpito da alcuni sicari sul fiume Don: impedì ai suoi uomini di difenderlo con le armi, rifiutandosi di rispondere con la violenza alla violenza. Gleb morì poche settimane dopo sul Dneper. Nel 1019 il primogenito di Vladimiro, Jaroslav, fermò il piano di Sviatopolk e tributò ai fratelli uccisi il giusto culto. Per la Chiesa russa Boris e Gleb rimangono veri "campioni" della non violenza.Altri santi. San Baldovino da Rieti, abate (XII sec.); san Charbel Giuseppe Makhluf, sacerdote (1828-1898).Letture. Gen 18,20-32; Sal 137; Col 2,12-14; Lc 11,1-13.Ambrosiano. 1Re 3,5-15; Sal 71; 1Cor 3,18-23; Lc 18,24b-30.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI