mercoledì 31 dicembre 2008
Ogni volta che mi sono occupato di astrologia qualcuno si è scandalizzato: ma come, credere a queste panzane, al potere degli astri, a queste cabale condannate dalla Chiesa? Un momento: c'è astrologia e astrologia. Gli oroscopi che genericamente prevedono che cosa capiterà oggi o mercoledì prossimo sono tutt'al più giochini di società. Ma l'astrologia che definisce le componenti temperamentali di base, ebbene, quella sì è interessante. È una sapienza antichissima, verificata almeno statisticamente, che ha tipizzato le caratteristiche personali corrispondenti a ciascun segno dello Zodiaco. Del resto, basta un'autoanalisi sulla base di una seria informazione per fare sorprendenti scoperte, come Jung ha sperimentato e insegnato.
Per tranquillizzare gli increduli e i perplessi, citiamo il ben noto parere di san Tommaso, solitamente sintetizzato nel motto: «Astra inclinant, non necessitant; gli astri predispongono, ma non determinano». In realtà, il ragionamento della Somma teologica (II-II, q. 95, a. 5) è più completo. Il santo condanna la divinazione astrologica perché menzognera o diabolica, ma spiega: «I corpi celesti possono inclinare ad agire in dato senso come predisposizioni: perché influiscono sul corpo umano, e quindi sulle facoltà sensitive, che, attuandosi in organi corporei, influiscono come inclinazioni sugli atti umani. Siccome però le potenze sensitive ubbidiscono alla ragione, questa inclinazione non impone nessuna necessità al libero arbitrio, e l'uomo può agire contro l'inclinazione dei corpi celesti».
Messo in salvo, dunque, il libero arbitrio, possiamo lietamente rivolgerci al bel libro di Marco Pesatori, Astrologia per intellettuali (Neri Pozza, pp. 480, euro 18), in cui i segni dello Zodiaco sono illustrati con le parole e con le esperienze di artisti, scrittori, filosofi, musicisti, poeti, ma anche attori e cantanti di ogni tempo.
L'enciclopedico autore, i cui oroscopi su D di Repubblica e su Vogue non ho mai letto, è abilissimo e convincente nel descrivere le caratteristiche dei singoli segni attraverso la biografia e le opere dei personaggi nati sotto quel segno, individuando dodici prototipi: così Baudelaire è il tipico Ariete; Proust è Cancro per eccellenza, come Wilde è Bilancia, Mozart Acquario, e Pasolini Pesci.
Apprendiamo, per esempio, che Jorge Luis Borges (nato il 24 agosto, Vergine) con la sua memoria prodigiosa, il vagare ostinato lungo i corridoi della biblioteca di Babele (metafora della creazione), con la sua erudizione sterminata, «è il prototipo della mente verginea».
Ancora: «La Bilancia valuta e ragiona. Ma non si muove. Controlla. In equilibrio. Accettando l'equilibrio. Autocontrollandosi (Bilancia-autocontrollo) per rispetto della Forma e delle forme. Con eleganza. In questo assestarsi è però inazione, stasi, indecisione». Pertanto: «Mia vita, a te non chiedo lineamenti / fissi, volti plausibili o possessi. / Nel tuo giro inquieto ormai lo stesso / sapore han miele e assenzio». È Montale, naturalmente, nato il 12 ottobre, Bilancia.
E Dostoevskij (11 novembre) è Scorpione fin dai titoli scorpionici delle sue opere: Delitto e castigo, con il tema del peccato, della colpa e della punizione; Il giocatore, con l'ossessione per l'azzardo (gioco d'azzardo-Scorpione); I demoni, (demone-Scorpione); Memorie del sottosuolo, con le sue spirali dell'inconscio (sottosuolo e inconscio-Scorpione)». E Scorpioni sono Voltaire, Martin Lutero e sant'Agostino, con l'intelligenza e la complessità tipica del segno, dagli esiti divergenti.
Provare per credere. Personalmente ho verificato ancora una volta di possedere le caratteristiche fondamentali del mio segno (non dico qual è. Ma chi se ne intende, già da questo non voler dire, ha capito di che segno si tratta).
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