venerdì 22 agosto 2008
Polemiche, e senso della misura. "Unità" ieri, p. 1: Furio Colombo replica a un attacco fatto di insulti personali, da parte del "Giornale", in relazione ad un singolare articolo di "Newsweek", firma fumosa e sconosciuta a tutti " anche a "Newsweek"(!) " che aveva suscitato i suoi dubbi e le sue fondate ironie. Ha ragione! A dubbi sui fatti si replica con fatti, non con insulti. Spiace, però, dover annotare che martedì scorso, al mattino, a "Radio Radicale", lo stesso Colombo ha dato più volte dei «mascalzoni» a tutti i medici «obiettori di coscienza all'aborto», aggiungendovi di suo anche gli «obiettori di coscienza al dolore» (?), perché per lui sono tutti tra quelli che l'aborto lo fanno di sicuro, ma in privato e nelle cliniche di lusso a pagamento" Forse la «misura» serve sempre, alle accuse. Però una misura delle idee servirebbe anche all'on. Valerio Zanone, sempreverde in politica " stessa trasmissione " che pare sostenere, impavido, che la «vera laicità» è e deve essere tale che mai la legge dello Stato può corrispondere ai precetti religiosi, e quindi piacere alla Chiesa. Confonde ancora diritto e morale. Dire che "il peccato" non è come tale "reato" è, sì, laicità autentica, ma dire che ciò che per la coscienza morale religiosa è peccato mai può essere anche reato per il diritto penale e civile, è un'assurdità. Vale anche per il furto? E per l'omicidio? È noto infatti che in tema ci sono anche due "comandi" biblici, presenti anche nel Catechismo" Anche le idee invecchiano, onorevoli signori, e ogni tanto un «tagliando» sarebbe d'obbligo.
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