giovedì 5 febbraio 2015
Giorno caldo, il 3 febbraio, in pagina politica: accuse anche di “miserie”. Normalità, che talora sconfina in religione. Sul “Fatto” per esempio (p. 1) Massimo Fini inizia ironizzando: Il neo Presidente «di primissima mattina, alle suorine della Chiesa dei Santi Apostoli (avrebbe detto): “Pregate per me affinché sia uno strumento per il Bene”, dichiarazione che si addice più a un Papa che al Presidente della Repubblica di uno Stato laico»! Già discutibile così, ma segue un travaso di veleno: «I mafiosi sono o no dei ferventi cattolici?». Chiaro: Fini è sicuro che i mafiosi sono davvero «ferventi cattolici»! Giudice infallibile, lui, anche in quel campo: miseria evidente, di lucidità, memoria e buon senso.Fa il paio, stesso giorno, con “Il Giornale” che a p. 30 pubblica senza batter ciglio un titolo che suona così: «Le efferatezze compiute dai cattolici polacchi». Una lettera ricorda la spaventosa strage di «circa mille ebrei», il 10 luglio 1941 a Jedwabin, e il titolo individua gli assassini: «I cattolici polacchi»! Tutti, senza distinzioni, senza ricordare che la Polonia allora era occupata da nazisti, e che nei lager finirono anche centinaia di migliaia di fedeli cattolici, e preti e suore. Niente! I «cattolici» in blocco: e “Il Giornale” lo mette nel titolo. Come se parlando ancora di Auschwitz i carnefici fossero indicati come «I protestanti tedeschi», o a proposito delle guerre razziali si scrivesse «gli evangelici degli Stati Uniti», o «i protestanti del Sudafrica»…Meno grave, ma stoffa culturale grossolana, se leggi (“Corsera”, 28/1, p. 41) l'accusa alla Chiesa perché «il Concilio di Firenze del 1438» destinava «al fuoco eterno» tutti i non cattolici: «Pagani, ebrei, eretici e scismatici». Concilio mai riconosciuto come tale, e poi, in 600 anni c'è stata qualche novità, vero?
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