mercoledì 7 gennaio 2015
Se la realtà diventa immateriale, esiste in quanto comunicazione, la cultura subentra alla natura riducendola ad artificio consumato ed obsoleto. Abolito il mistero, il mistero della vita, della creazione, delle creature, riluce il paradosso dell'invenzione tecnologica: per diventare padroni assoluti della propria esistenza ci si fa schiavi della propria opera. Con l'intelligenza artificiale al comando si aprono scenari mirabolanti ma al contempo si intravedono contorni di ben miserevoli prospettive.Il maschile è diventato cattiva coscienza o una branchia della cosmesi, la paternità un addebito per orfani assicurati alla pubblica assistenza. Il femminile è una proporzione di quote rosa e un'invenzione linguistica da parodia; la maternità ricorre all'aborto per definirsi diritto inalienabile. La famiglia è una co-genitorialità di voglie e consumi. La guerra, esorcizzata dai buoni sentimenti, è demandata ai burocrati ed ai reporter; incasellata come operazione umanitaria o nella sezione "notizie" dell'intrattenimento. Siamo solo all'inizio e ogni giorno è un giorno nuovo. Tempi moderni, forti, nuovi, interessanti i giorni nostri, volevo dirti.
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