Mille puntate di questa rubrica: un'esperienza di condivisione
mercoledì 8 settembre 2021
Mille. E non parlo del tormentone dell'estate 2021 ma delle puntate di questa rubrica, che oggi toccano una significativa cifra tonda. Corrisponde a quasi sette anni di navigazione in un'infosfera ecclesiale che frattanto è profondamente cambiata. Se nella prima puntata scrivevo: «Si va formando così un racconto ecclesiale "wiki", non più scritto da pochi – che spesso partivano cronisti e finivano storici – ma frutto del contributo di tanti», accettando la proposta di "Avvenire" di sottoporlo a un'osservazione attenta e assidua, oggi quel racconto è sempre più plurale e sempre più spostato dai siti e blog ai social network, che frattanto si sono moltiplicati. E con essi i profili e le pagine di soggetti che narrano – talora con la loro semplice esistenza – storie a tema cristiano, con i testi che sono sempre più affiancati da immagini e le immagini che sono sempre più spesso dei video. Impossibile ricondurre tutto ciò a un comune denominatore. Ma vorrei sottolineare almeno tre aspetti. La Chiesa che si rispecchia nell'ambiente digitale è una Chiesa aperta, in cui si può leggere (quasi) tutto di (quasi) tutti (compresi, naturalmente, fatti che non sono veri e opinioni che non sono fondate: motivo per cui è sempre necessario, da parte di chiunque e non solo dei professionisti dell'informazione, verificare le fonti). Per questo il lettore è, o dovrebbe sentirsi, sullo stesso piano della rubrica: ovvero, non c'è ricerca, percorso, scoperta digitale di cui qui si riferisca che non sia, potenzialmente, riproducibile da qualsiasi utente. Tanto che sempre più spesso colleghi e amici, talvolta incontrati solo online, partecipano alla costruzione della rubrica, segnalandomi la presenza nella Rete ecclesiale di vecchi e nuovi soggetti meritevoli di attenzione. Così, se dovessi trovare una parola che riassumesse, al di là del titolo, l'esperienza di curare "WikiChiesa", ne sceglierei una familiare all'ambiente digitale: condivisione.
Grazie all'amico e collega Guido Mocellin per aver condiviso la mia proposta d'Avvenire, mille puntate fa. E grazie per ognuna di esse. (mt)
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