giovedì 9 aprile 2015
Quando si parla di «diversità» nella forza lavoro americana si fa di solito riferimento a quella razziale. Il gigante del software statunitense Microsoft ha invece deciso di aprire le porte del suo quartier generale di Redmond, nello Stato di Washington, a un «altro tipo» di «diversità», e ha lanciato un programma pilota per assumere persone affette da autismo. Perché? Perché, ha spiegato il vicepresidente della società, Mary Ellen Smith, madre di un ragazzo autistico, «le persone con autismo aggiungono punti di forza di cui Microsoft ha bisogno: hanno capacità sorprendenti di memorizzare informazioni, di pensare in profondità, di analizzare i dettagli, e di eccellere in matematica e nel coding».I primi dieci candidati verranno individuati con l'ausilio di una società danese, la Specialisterne, specializzata nel training di persone autistiche. La patologia spesso comporta difficoltà nelle relazioni sociali, ma conferisce un'eccezionale abilità di concentrazione. I prescelti entreranno a pieno titolo nell'organico di Microsoft, portando le loro particolari capacità. Capacità che si sposano alla perfezione con le necessità di molte aziende high-tech che spesso incontrano difficoltà ad assumere personale per funzioni altamente specializzate, ma considerate poco stimolanti. «I nostri sforzi vanno oltre l'autismo – ha concluso Smith – siamo sempre pronti ad assumere persone con disabilità e crediamo che, insieme a loro, possiamo realizzare grandi prodotti e servizi. I clienti Microsoft sono diversi, e anche la società ha bisogno di esserlo».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI