martedì 21 maggio 2019
Ieri (“Corsera”, p. 1: «Le mezze verità contro la Chiesa») Claudio Magris contro il vezzo di «amputare» la verità «per sostenere una tesi pregiudiziale» e come esempio cita «tante faziose aggressioni mediatiche a papa Francesco, attaccato quale eversore della tradizione cristiana cattolica, sabotatore della bimillenaria struttura della Chiesa, delle sue gerarchie e delle sue verità». Si osa contrapporre la sua parola di oggi ad altre parole di Chiesa del passato, ma in realtà la sostanza è la stessa. Proprio ieri come prova in rete che si dice “cattolica” leggevi un'omelia presentata come esemplare di vera autorevolezza cattolica contrapposta a papa Francesco, ove però trovi parole come queste: «Non possiamo guardare senza perplessità alla “globalizzazione dell'economia”, per cui il mercato e il potere finanziario non conoscono più confini... In tal modo capita sempre più spesso che la sorte delle imprese e l'avvenire dei lavoratori vengano decisi da potentati anonimi, lontani e invisibili. Un'economia senza barriere non deve diventare senza regole, senza attenzione e senza sollecitudine per i disagi delle persone e delle famiglie. Il nostro auspicio è che la globalizzazione non diventi il nome nuovo di capitalismo selvaggio... sconfitta dell'uomo, immagine prima di Cristo. Il Signore Dio nostro, in virtù di questo sacrificio che con tutta la Chiesa oggi gli offriamo a favore di tutti i lavoratori credenti e non credenti, dei loro figli e delle loro famiglie, ci doni sempre la luce della sua verità e la forza inesauribile della sua grazia». Sono parole di Giacomo Biffi, arcivescovo di Bologna fino al 16 dicembre 2003, morto nel 2015. Lui contro il Papa? Un falso! Pensieri e persino stesse parole li trovi a piacere in omelie e testi di Francesco. Dunque contrapporre i due è solo una “nostalgia” senza base, che la nota canzone dice anche...“carogna”.
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