venerdì 23 agosto 2002
 Cucinare alla griglia permette una cottura poco elaborata, quindi poco impegnativa, ma ugualmente gustosa e leggera. Sappiamo che un alimento può essere cotto con pochi grassi, come con la cottura a forno, oppure senza grassi, come per la cottura alla griglia.Quest"ultima può essere di due tipi: a irraggiamento o di contatto. La griglia a irraggiamento è quella del barbecue o del piano del forno riscaldato a gas o dalla corrente elettrica, che mandano il calore su una faccia dell"alimento da cucinare. Perché è possibile, cucinando alla griglia cuocere un alimento in breve tempo e senza aggiunta, o quasi, di grassi? Perché si sfrutta la presenza del grasso naturalmente presente nello stesso alimento carneo, che col calore si scioglie.Tipiche carni da griglia sono quelle argentine, molto punteggiate di grasso. Se però la carne è molto magra, come può capitare coi pesci, allora conviene, prima di cucinarla, farla marinare in olio, pepe, prezzemolo e rosmarino, o altri aromi che piacciano di più, e quindi scolare e adagiare sulla griglia.Quali sono, invece, i lati negativi di questo tipo di cottura? Il più ripetitivo e frequente è il problema della carbonizzazione delle carni, che quindi assumono un colorito nerastro. Questo cibo così bruciato contiene delle sostanze molto tossiche per il nostro organismo; sono derivati dell"antracene e del benzopirene, che vengono prodotte dalla combustione del carbone, del petrolio, del tabacco e così via, e sono da considerare fattori di rischio per l"insorgenza di tumori. Ovviamente ciò è un problema per chi usa frequentemente questo tipo di cottura.La carne molto abbrustolita, inoltre, rende difficile l"azione dei succhi gastrici e quindi risulta meno digeribile. Le verdure hanno tempi di cottura più rapidi, diversi dalla carne, per cui è più difficile cuocerle insieme (vedi il caso di uno spiedino); meglio cuocere le verdure a parte per evitare di presentare dei piatti con componenti carbonizzati. La salatura è meglio farla a fine cottura.
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