venerdì 5 dicembre 2014
Ci sono proprio tutti: cristiani e musulmani, Seleka e Antibalaka, soldati dell'esercito francese e delle truppe di pace africane. A unirli, dagli opposti fronti della guerra civile centrafricana, è la comune tragedia della morte. Ma ora anche la memoria della preghiera in una Messa. Questo pomeriggio alle 15.30, nella chiesa del convento Notre Dame du Mont Carmel di Bangui, capitale della Repubblica Centroafricana, si celebra una Messa per la pace e per le vittime di ogni appartenenza.Non è un caso che si celebri in quella chiesa. È la stessa che un anno fa, il 5 dicembre 2013, spalancò le porte per accogliere migliaia di profughi. «Molti di loro, circa 4.000, si trovano ancora qui» spiega all'Agenzia Fides padre Federico Trinchero, missionario carmelitano scalzo che opera nel convento. «Nella Messa – aggiunge – ricorderemo le migliaia di persone che sono morte in questi due anni di guerra. Pregheremo per le vittime innocenti, per i cristiani e i musulmani, gli Antibalaka e i Seleka. Pregheremo per quanti tra i nostri profughi abbiamo conosciuto e amato e sono morti: anziani, ragazzi, bambini». «Renderemo grazie a Dio – conclude – anche per tutti i bimbi che sono nati qui al Carmelo, e per averci protetto da ogni pericolo».Una speranza di ritorno alla pace e di riconciliazione nazionale. Un segno di quella comunione che infrange la barriera tra la vita e la morte e che nasce dall'aprire le porte del cuore. E delle chiese, soprattutto se là fuori c'è chi ha urgente bisogno di entrare.
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