martedì 7 febbraio 2017
È uno degli oggetti più singolari giunti a noi dall'antichità ed è famoso per la sua forma strana che gli è valsa il nome di "Prosciutto di Portici" anche se è stato rinvenuto ad Ercolano, a metà del Settecento, sotto le ceneri della celebre Villa dei Papiri. Questo pezzo di metallo, conservato all'Archeologico di Napoli, abbastanza piccolo da stare nel palmo di una mano, è un orologio solare, praticamente una meridiana portatile, che indica l'ora a seconda dell'ombra proiettata dal sole. In pratica si tratta del corrispettivo dei moderni orologi da taschino.
In epoca greca e romana, le meridiane fisse erano molto diffuse, ma di quelle portatili solo circa 25 sono giunte fino a noi, dice Alexander Jones, storico della scienza all'Institute for the Study of the Ancient World della New York University. Di quella ritrovata a Ercolano non si conosce la data precisa, ma è di sicuro una delle due più antiche rimaste, se non la più antica. A riprodurre l'oggetto con la stampante 3D per studiarlo è stato Christopher Parslow, classicista e archeologo della Wesleyan University di Middletown, nel Connecticut.
In teoria l'orologio è progettato per indicare le mezze ore e perfino i quarti d'ora: ma tende a oscillare con il vento, ed è «così piccolo e così difficile da tener fermo che una tale accuratezza si rivela più ideale che pratica», spiega Parslow. C'è da dire che i Romani non avevano poi tanto bisogno di conoscere l'ora con alta precisione: probabilmente l'orologio era una sorta di status symbol, sostiene Jones, «come certi costosissimi orologi da polso moderni».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI