mercoledì 26 luglio 2006
Sorprese un po' singolari. Ieri, sulla "Stampa", prima pagina con accusa rovente: il Vaticano «specula in borsa»! Caspita, in redazione qualcuno ha scoperto, leggendo un'agenzia sbarazzina, che l'ultimo bilancio della Santa Sede è «attivo», ma col «trucco». E i trucchi del Vaticano vanno svelati. È un punto d'onore. Di qui lo «strillo» in prima a firma Giacomo Galeazzi, allegro, con seguito a p. 15 e titolo pesante: «Borsa, il Vaticano cede alla tentazione. La speculazione rilancia i "Santi affari"». Inizio forte e sobriamente indignato: «Santi affari: solo le speculazioni tengono in attivo il bilancio d'Oltretevere». Tu leggi il pezzo e che trovi? Niente, salvo il fatto che alla "Stampa" hanno scoperto con sorpresa, e leggendo l'agenzia sbarazzina, che lo Ior, istituto bancario, si comporta proprio da banca e quindi investe in titoli. Non fa lo stesso la Fiat, padrona della «Stampa» col suo istituto bancario? Quanto poi alla fonte, l'agenzia «sbarazzina», sarà il caso di ricordare che non sempre e non tutti, per tappare i buchi di bilancio, possono farsi accompagnare presso qualche cassiere di partito... Altra sorpresa, stessa "Stampa" di ieri: a p. 28 si prende sul serio, senza batter ciglio, fin dal titolo, il proclama di un regista di cinema che dichiara impavido. «Mi ispiro ad Erika e Omar per parlare della famiglia». Bella intenzione! Il suo prossimo film parlerà di fratellanza: protagonisti Caino e - ma solo fino a un certo punto - Abele...
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