Meno «bollicine» a Capodanno
sabato 22 dicembre 2012
Meno bottiglie a fine anno, meno bottiglie per tutto l'anno. Il bilancio 2012 dei consumi di vini e spumanti in Italia è magro ma, stando ai dati elaborati dall'Ovse (l'Istituto economico internazionale dei vini spumanti italiani), poteva anche andare peggio. È un fatto, però, che, come spiega una nota del centro di ricerche spumantiere, per il «terzo anno consecutivo», vi sia stato un calo «nei consumi di vino in Italia, causa la crisi generale e mancanza di riposizionamento del prodotto». A parlare, comunque, sono i numeri. Nei tradizionali giorni di festività si stapperanno 89 milioni di bottiglie made in Italy, con un -3,5% rispetto al 2011. «Un dato che – viene spiegato –, potrebbe far contenere la riduzione su base annua entro il 4,1 %». Ciò che più conta, però, sono le scelte dei consumatori. Secondo l'Ovse saranno acquistate circa 3,1 milioni di bottiglie di champagne (con un calo del 15%) e 0,4 di altra provenienza. La spesa degli italiani è stimata in 690 milioni, oltre il 61% realizzato nella grande distribuzione organizzata.Secondo l'Ovse, «per fine anno circa 35 milioni di bottiglie saranno di prosecco nelle diverse denominazioni, 34 milioni saranno di spumanti generici con nomi di fantasia a prezzi decisamente bassi, e 23,5 milioni brut, rosè, riserva, gamma medioalta-alta, compreso etichette straniere». In tutto ciò, come di consueto, una parte importante sarà riservata all'Asti spumante e al Moscato d'Asti che coinvolgono 24mila viticoltori e valgono quasi 500 milioni (l'85% però esportati).Quello che preoccupa i produttori è il deciso calo dei consumi interni che, in alcuni casi, si spostano su livelli medio-bassi. Stando ad una recente indagine Mps/Ismea sull'export vinicolo, l'Italia produce il doppio della domanda interna e il consumo pro capite cala di un litro l'anno (ora si attesta fra i 35 e i 37 litri, negli anni Settanta arrivava a 100). Secondo l'Ovse, poi, nel cosiddetto “canale horecai” i dati reali segnano un calo del 10-15% degli ordini. Le scelte però si fanno sempre più complesse. «Se gli atti di acquisto segnano un calo ridotto – dicono i ricercatori dell'Osservatorio –, più pesante è il calo dei volumi e della spesa, a fronte di prezzi decisamente ancora sostenuti che non segnano un calo, anzi». Tutto mentre nel mercato interno è in forte crescita l'acquisto di spumanti generici a scapito di spumanti Docg-Doc dolci e aromatici. Ma un certa attenzione del mercato sembra riservata ai vini frizzanti e a nuovi spumanti che stanno facendo tendenza, ovvero lambrusco, malvasia, moscato, soave, lugana, pinot, muller thurgau e il trebbiano.Su tutto, infine, impresa il ruolo della Grande distribuzione organizzata (Gdo), che rimane al vertice dei canali di vendita ad iniziare dai due marchi storici del metodo tradizionale, Ferrari e Berlucchi, con una stima intorno a 6 milioni di bottiglie acquistate negli ultimi 60 gg. Ed è ancora una volta con i vincoli e le tecniche di acquisto e di vendita della Gdo che i vitivinicoltori si dovranno confrontare nel 2013.
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