giovedì 1 agosto 2019
In qualche pagina ti capita di trovare come in automatico una serie di immagini che dal passato si presentano vive. Ieri per esempio (“Corsera”, p. 33) Luciano Carioti presenta una biografia di Giovanni Spadolini (1925-1994) nel 25° anniversario della sua morte. Grande giornalista, politico di rango e poi primo presidente del Consiglio non democristiano, quando il presidente Sandro Pertini nel 1981 gli affidò l'incarico per un Governo che durò un solo anno, ma fu come il segnale di un “passaggio” carico di futuro. Leggo, e una serie di immagini mi viene incontro: foto storiche, ma anche vignette esilaranti di Forattini, e lui quasi sempre sorridente e insieme solenne, talora quasi infantile... Mi è rimasta impressa la sua delusione visibile a tutti quando da presidente del Senato uscente fu sostituito di forza, per un voto, dall'eletto indicato dal nascente Polo berlusconiano, Carlo Scognamiglio: pareva non crederci per primo lui. E mi torna in mente un ricordo preciso. Il funzionario di Palazzo Chigi che nel 1981 gli portò a casa l'annuncio dell'incarico lo trovò a metà mattina sorridente in pigiama, e al momento della consegna lo sentì commentare in diretta: «Ho sempre scritto di storia... Oggi entro nella Storia!» Simpatia, certamente, ma anche normale umanità che rende solenni anche pensieri innocenti rivelatori della povera tela che è la nostra vita di uomini. Scrivevo allora anche su “Paese Sera”. A proposito di memoria oggi è il 23° anniversario di questa rubrica, che all'inizio parve una sfida a resistere in pagina almeno per qualche mese soltanto. Talora la memoria serve a darci coraggio. Come uomini pensiamo che siamo sulle spalle di giganti, e vale per tutti. Per noi, che ci fidiamo dell'annuncio salvatore, le spalle non sono solo di “giganti”, ma di Gesù di Nazareth e della Sua promessa. L'ultima parola non è della morte, ma della vita: anche eterna. Buona lettura!
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