martedì 12 febbraio 2019
Domenica qui (p.9) sulla presenza del presidente Mattarella al "Giorno del Ricordo" delle stragi nelle foibe, e quindi sul dovere di lottare contro tutte le violenze che generano muri e guerre tra i popoli. "Foibe": parola che dice tanto dolore, come Auschwitz o Cambogia o Congo o Armenia... Dimenticate troppo spesso. E qui? Preso da curiosità verifico. Ne ho scritto già 12 volte: la prima il 23 marzo 1997, l'ultima il 14 febbraio 2017. Una volta, in particolare, sul trattamento spaventoso toccato ai preti cattolici infoibati... La storia, maestra di vita, si fa anche andando a risvegliare la memoria del passato, per farlo tornare se positivo, per evitarlo se negativo. Ricordare il bene, e non dimenticare il male. Imparare a imitare il bene e a riparare il male. Viene in mente una filastrocca che ho sentito da un'anziana madre napoletana, saggia e serena: «Cesare Cantù, studiando la storia, conobbe e imparò la grandezza e la miseria delle vicende umane!». Sempre utile: grandezza e miseria. Talora le vicende, anche della Chiesa, hanno una doppia faccia, e ci dicono proprio grandezze e miserie. Se, per esempio, leggi ("Il Fatto" 11/2, p.12) che un uomo di Chiesa ai massimi livelli a novembre 2017 proclamò fieramente e poi ripeté più volte, anche di recente, che mai nessuno potrebbe trascinarlo a mettersi contro il Papa successore di Pietro, e poi trovi, stessa fonte, stessa p.12, che è autore e divulgatore di un "Manifesto della fede" ove denuncerebbe la perdita della ortodossia da parte di papa Francesco e quindi camminerebbe «verso lo Scisma», ti sorprendi parecchio... Tanto più che poi insieme, sempre "Il Fatto", stessa pagina, leggi accuse opposte – «I Vescovi tedeschi contro la Chiesa immobile del Papa» – allora capisci che qualcosa si è inceppato nella memoria e nell'attenzione anche mediatica alla sostanza della vita di fede e di Chiesa, che è una soltanto.
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