sabato 9 gennaio 2010
Due «memorie» personalissime. Pagine varie su don Leonardo Zega e Beniamino Placido. Don Zega se n'è andato all'improvviso, e spiace vederlo ricordato solo come «"scomodo» o persino come «ribelle» ("Liberazione", "Repubblica", "Manifesto" ecc). Ha avuto " sì! " qualche difficoltà anche nella sua Chiesa, e per ragioni serie. È capitato e capita, ma non mi pare sia mancata in lui la capacità di parlare a tanti, anche in situazioni limite, ai quali ha sempre dato risposte schiette e spesso offerto proposte ispirate a valori veri. E Beniamino? Leggo tanti ricordi. Ne ho qualcuno anch'io. L'ultimo, un paio di mesi fa, al consueto telefono di casa, 0685532" In risposta, un domestico dalla voce straniera passa il ricevitore riferendo il mio nome, ma sento solo una serie di gemiti: straziante! Lucido com'era, avrà sofferto tanto! Mi piace ricordarlo alla mia porta, allegro, con un gran mazzo di rose per la padrona di casa. Era un piacere vero sentirlo parlare, e anche leggerlo. Lo definiscono in pagina «dissacrante»? Ma no! Era disarmante, capace di smontare ogni pretesa di dominio, ed era anche curioso, in particolare capace di domande grandi spesso taciute da tanti, e di ascoltare le risposte possibili, senza tuttavia smettere di interrogarsi acutamente: mai trionfante, mai deluso, mai sazio di cercare ancora. Leggo tanti ricordi altrui, diversi e autorevoli; ripenso allo strazio di quei gemiti, e mi viene spontaneo il «requiem». Caro Beniamino, gran colloqui con don Leonardo. Tu sei stato leggero con tutti: ti sia «leggera» la terra, e luminosa la casa eterna!
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