martedì 4 giugno 2019
4 giugno: 75 anni fa Roma torna libera… A viale Angelico, sulle spalle di mio padre, vedo il passaggio degli Alleati, «liberatori», festeggiati dalla gente, in direzione nord, Flaminia e Cassia. Ricordi felici! Nei giorni successivi, ancora sulle spalle di papà, sono a Piazza San Pietro con migliaia di persone in festa per ringraziare il «difensore della Città»: molte kippàh e anche molte bandiere rosse.
Ebbene: questa sera in casa dei Gesuiti, presso San Pietro, un convegno ricorda quelle date a chi non solo le ha dimenticate, ma ha negato e nega ancora quei fatti ormai provati da anni. A sorpresa trovo l'annuncio della commemorazione in un sito velenoso e ostile al successore di Pio XII, descritto come dilapidatore della fede e della realtà soprannaturale della Chiesa. Come al solito l'esaltazione del passato, e quindi anche quella giusta di Pio XII, è utilizzata per una sciagurata accusa che la oppone a papa Francesco e alla Chiesa di oggi, e che alle diversità vere, per tempi, circostanze, storia stessa della Chiesa soprattutto nella luce del Concilio, sostituisce con frode evidente la favola ridicola del Papa «comunista».
Francesco è appena tornato dalla Romania, dove ha celebrato il coraggio delle Chiese nella «persecuzione ideologica e totalitaria» che ha versato tanto sangue e tante lacrime innocenti. Ebbene: accanto al ricordo di Pio XII difensore della città di Roma, in questo sito oggi trovo l'accusa al suo Successore come complice del comunismo, e la prova sarebbe il fatto che Francesco non ha usato la parola "comunismo". Il gioco per niente giocoso, ma aggressivo e perverso, sta tutto nella pretesa, di autori e complici delle accuse attuali a Francesco, di essere loro a scrivere i testi papali, parola per parola. Non succede, e arriva l'accusa: calunnia contro vento...
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