sabato 30 dicembre 2017
Due facce. 1: ieri (“Osservatore”, p. 6) bel ricordo di padre Maurice Borrmans, «Studioso tra due culture», che a 92 anni ha salutato questo mondo e riposa in pace. Di qua non aveva mai riposato: abbiamo abitato insieme per 4 anni. Lui insegnava al Pisai (Pontificio istituto di Studi arabi e islamici), sempre a disposizione di tutti, sempre entusiasta: missionario senza superbo proselitismo; apostolo per liberare e mai per catturare; rispettoso delle ricerche altrui senza mai perdere la coscienza di essere stato cercato e trovato dal Signore Gesù per superare i confini angusti. Un sorriso sapiente e trascinante durato una vita... 2: Per Natale pagine vergognose. Su “Libero” (27/12, p. 1 e interno) un giovane Sallusti indignatissimo contro il Papa e l'affermazione che «Maria e Giuseppe erano migranti». Seguono varie offese: «Raro trovare il nome del Papa associato a qualche passo del Vangelo», è «onnipresente rubando il mestiere al Principale», cioè il Padreterno. E ci si mette anche il vicepresidente del Senato Calderoli: «Far passare San Giuseppe e la Madonna per migranti e profughi... non è consentito neppure al Papa»! E giù altre follie. Che dire? Che “Lorsignori”, come avrebbe detto il mitico Fortebraccio, maestro di giornalismo pungente, non hanno letto bene non solo l'evento di Betlemme, ma soprattutto e anche il racconto della “fuga in Egitto”, per sfuggire alla strage di Erode: veri profughi o no? E non basta: stessi giornali indignati per l'aggettivo, “profughi”, elogiano Papa Benedetto contrapposto a Francesco… Ignorano colpevolmente, come ricorda su “La Stampa” (26/12) Andrea Tornielli che per primo proprio Benedetto nell'omelia del Natale 2012, disse che «Oggi facciamo fatica a riconoscere Dio in chi è migrante e rifugiato, come lo era Gesù Bambino». Tanti auguri. Buon anno.
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