martedì 15 settembre 2015
Generosamente solidale per la musica e la cultura, il famoso direttore d'orchestra Zubin Mehta, che con due sinfonie di Câjkovskij ha inaugurato il 12 settembre la stagione sinfonica del Teatro San Carlo di Napoli, con un annuncio a sorpresa ha rinunciato al cachet per creare un fondo dedicato all'acquisto di nuovi strumenti per i professori dell'orchestra sancarliana. «Soprattutto gli archi – precisa –. Immaginate cosa potrebbero fare musicisti che qui suonano con il cuore, non dico con un Guadagnini o un Galiano, ma con gli strumenti che meritano». E lancia un appello «a tutti gli artisti e appassionati del mondo: sono maestranze straordinarie, mettono il cuore nella musica ogni volta che salgono sul palco ma hanno bisogno di strumenti adeguati». Alla donazione del maestro, si augura la soprintendente Rosanna Purchia, potrebbero seguirne altre, da parte di altri artisti ma anche di appassionati e collezionisti privati. «Ci sono anche ottimi strumenti moderni, non devono suonare tutti uno Stradivari», racconta Zubin Mehta che lancia anche consigli per gli acquisti. I contrabbassi, ad esempio, che ha fatto prendere in Romania per la "sua" Israel Philharmonic Orchestra, di cui è direttore stabile dal 1969, sicuramente un record, pur costando moderatamente poco hanno un suono di altissima qualità. E poi gli strumenti sono investimenti. «Ricordo – aggiunge – quelli comprati grazie ad una eredità per l'Orchestra Filarmonica di Los Angeles, ai miei inizi negli anni '60, ed usati ancora oggi». In forma dopo tre generazioni.
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