Semi coraggiosi di una Chiesa che è testimone dell'amore
venerdì 20 settembre 2019
Testimoni d'amore fino al dono della propria stessa vita: santi martiri coreani ricordati oggi dalla Chiesa ci indicano - come tutti coloro che sono morti perché discepoli di Cristo - qual è il profilo e la vocazione di tutti i cristiani, chiamati a mostrare il volto autentico di Dio. In Corea la fede cristiana giunse nel 1784 grazie a un laico di ritorno dalla Cina. Da allora la comunità cristiana crebbe senza sosta, tanto da suscitare non solo diffidenza ma un vero e proprio rifiuto: dal 1839 i cristiani coreani furono vittime di una violenta persecuzione, che cessò solo nel 1882 e lasciò per un periodo le comunità senza sacerdoti. Nel 1984 Giovanni Paolo II canonizzò 103 martiri coreani, tra i quali appaiono anche il primo sacerdote coreano Andrea Kim Taegon (1821-1846) e Paolo Chong (1795-1839), apostolo laico, che si adoperò per far arrivare missionari dalla Cina.
Altri santi. Sant'Eustachio Placido, martire (I-II sec.); san Giancarlo Cornay, sacerdote e martire (1809-1837).
Letture. 1Tm 6,2-12; Sal 48; Lc 8,1-3.
Ambrosiano. 2Pt 1,1-11; Sal 62 (63); Lc 18,24-27.
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